SI, VIAGGIARE...
scrivere, fotografare...
Sogno di mezz’estate
Bali
“Ohm Namah Shivaya, Ohm Namah Shiva”... Sitar, tablas, una nenia indiana Araki cantata da un uomo al solo aiuto di un coro di indiane che ne ripetono i versi in falsetto.
Apro gli occhi, li richiudo. Una voce gentile mi fa domande; alcune pertinenti, altre meno.
Ma dove sono? Esco dall’aereo, percorro il corridoio fino al ritiro bagagli. Ritiro la mia valigia e mi incammino verso l’uscita. Mi fermano e fanno passare valigia e zainetto attraverso il metal detector.
Ma in che paese mi trovo? E come mai questi controlli?
L’ufficiale sfoglia le pagine del mio passaporto, mi esorta a prendere i bagagli e seguirlo dentro una stanza dove vi sono sedie ed un paio di tavoli. Certo di non avere nulla da nascondere o di illegale, sono abbastanza tranquillo nonostante la peculiarità della situazione. Mi si avvicina un uomo di mezz’eta’ vestito con pantaloni e camicia di ordinanza, viso non sbarbato, aspetto amichevole. Si siede e chiede di poter rovistare nel mio zainetto. La cosa non mi disturba e glielo concedo. Lui apre la tasca centrale, rovista un po’ ma senza fare confusione tra le cose, ed infine estrae il mio libretto degli appunti, e comincia a farmi domande del tipo da dove arrivo e come mai sono qui.
Ma cosa gli posso rispondere? E dove sono? L’uomo non sembra ne asiatico ne latinamericano. In che lingua mi sta parlando? Non ne sono certo. Di fatto mi sembra che la conversazione si svolga in italiano. Sfoglia il mio quaderno e fa domande su domande riguardo i miei appunti, le mie storie. Non le scandisco del tutto ma riguardano i miei spostamenti.
“Qui dice che eri all’Elba, ma come mai vai spesso all’Elba?”
Mi viene in mente che non sono dovuto a dargli eventuali spiegazioni, anche se sarebbe sufficente informarlo che vivo in Thailandia e che all’Elba vado a trovare amici d’estate. Potrei pure chiedergli che cos’è tutta questa messinscena. Dirgli che desiderei andarmene anche se non so bene dove; in fondo la sua gentile compagnia non è male.
“Ohm Namah Shivaya, Ohm Namah Shiva”... Sono le 8 e gli altoparlanti del centro benessere dove abbiamo passato la notte continuano a trasmettere la nenia Araki, mentre nel verde giardino fuori le ragazzze puliscono e spazzano. Ora di alzarsi. Sono a Bali.