SI, VIAGGIARE...
scrivere, fotografare...
Carrelli di Malpensa
Milano - Italia
Arrivo col volo Jetair da Bangkok via Delhi e mi appresto a ritirare i bagagli. Una coppia di ragazze indiane corpulente lotta invano con la macchia che eroga i carrelli bagagli a pagamento. Sembra non esserci nulla da fare, poverine, e loro ignare delle nostre usanze, tirano e tirano e non sanno ancora che c’e’ da metterci l’euro. La trovata del carrello ad utilizzo 1 euro non e’ tanto per farti pagare l’utilizzo ma per fartelo portare indietro una volta finito di utilizzare per recuperare l’euro, che se no ci pensa comunque qualcun’altro a tue spese, e il carrello torna al su posto, ovviando la necessita’ di impiegare stipendiati che raccolgono i carrelli negli aereoporti.
Solo che siamo in Italia. Vi sono macchine che non funzionano, come questa qui oggi a Malpensa, altre che si mangiano l’euro e non sbloccano il carrello, e vai tu a protestare mentre stai per aspettare i bagagli dopo un volo di 12 ore più scalo. È più facile perdere l’euro ed esternare una bestemmia. Vi sono poi in alcuni aereoporti sistemi diversi, come quello da supermercato, dove ogni carrello è legato a quello precedente. Anche lì barzellette: alcuni che si incastrano, altri che funzionano sia con 1 euro che con 50 centesimi, o con qualsiasi moneta a parità peso o forma (come il 10 Baht che assomiglia ai 2 euro - e che vale 25 centesimi di euro - e che io regolarmente uso per questi scopi). Gli stranieri rimangono generalmente basiti da questo sistema e spesso lasciano l’euro nel carrello, non conoscendo il sistema o non volendo sostanzialmente prendersi la briga di riportarlo indietro. Questo per la gioia degli inservienti aereoportuali i quali recuperano ottima mance giornaliere.
Vale la pena menzionare una razza di furbetti che sostano fuori dall’aereoporto, in zona parcheggi o zona autobus navetta. Ti seguono da vicino, che se sei ignaro ti chiedi che cavolo vuole questo qui; aspettano che scarichi la valigia su taxi o navetta e ti chiedono - mi lasci il carrello per favore? Sono in maggior parte indigenti, ma hanno imparato a vestirsi con roba decente per fare bella figura, confondersi con la gente ‘normale’. Uno non ci pensa, crede che gli serva il carrello davvero, l’euro ti è gia passato dalla testa e gli lasci il carrello. Poco danno, 1 o 2 euro, ma loro fanno giornata.
Ed ecco che me ne capita uno a me, oggi, e pure io non ci penso. Faccio la coda per il carrello, quando è il mio turno non si sblocca, insisto ed inserisco i 10 Baht e magicamente la macchina me lo rilascia. Alla richiesta del signore di mezz’età baffuto dopo aver caricato le valigie sul bus per Milano centrale, gli dico si, certo, lo prenda pure. Lui intravede i 2 euro dal bordo del porta gettone del carrello e mi ringrazia con un gran sorriso. Io salgo sul bus, e l’autista che ha assistito alla scena mi dice “Eh, bravo, cosi lui si fa i 2 euro”. Mi viene da ridere, un po’ per la mia ingenuità per avere pensato che al signore coi baffi servisse il carrello per davvero, un po’ perché il bus navetta era distante dal recupero carrelli. Il tipo, dopo l’iniziale sorpresa, si sarebbe ritrovato con una moneta senza valore dopo aver fatto tutta la strada per riportare il carrello. Lo commento all’autista e ci spanciamo dalle risate assieme agli altri passeggeri. Mi siedo, e scorgo nella lontananza la coppia di paffute indiane prendere a pugni la macchina carrelli al di fuori dell’aereoporto, e il baffone indigente che arriva di gran lena e gli offre il suo, per 2 euro ovviamente...