SI, VIAGGIARE...
scrivere, fotografare...
Flusso del mare a Seraya
Bali
Ceno in villa con Satya, Maria, Jurgen e due loro ospiti tedeschi. Poi mi apparto con Satya ad osservare il manto di stelle in cielo, elucubrando su misteri e luce, su stelle cadenti e pianeti con due soli. Che strano sarebbe, un sole che tramonta, un paio d’orette di buio, poi un altro sole che sorge, ed ecco di nuovo la luce. L’essere umano si evolverebbe secondo questi cicli solari, e l’orologio biologico funzionerebbe diversamente. Si dormirebbe meno; il corpo allora avrebbe bisogno di meno ore di sonno, o dovremmo inventarci maniere per avere buio e dormire più ore? Ci sarebbe forse la possibilità di vivere in due mondi che sfruttano le ore di luce dei due soli, e sicuramente ci sarebbe gente che vorrebbe viverli entrambi. Si creerebbe la necessità di dover scegliere tra i due mondi, o si lascierebbe la possibilità ad ognuno di scegliere uno dei due o entrambi? Una marea di idee e scelte possibili, che il sonno lentamente ci porta via, lontano, verso la camera da letto.
Da li si vede il mare, nero, con dozzine di lucine delle barche dei pescatori al largo, nella distanza. Il mare è rumoroso. Satya mi dice che una delle sue prime case a Bali era sul mare. Romantico la prima settimana, carino la seconda, ma poi è troppo violento come elemento; si schianta sulle rocce, e quando è grosso fa addirittura tremare la casa. Fa tremare la casa? Mi pare estrema la cosa. Poi mi dice che a lui il mare faceva fare spesso brutti sogni: questo mare grosso e lui che era su una nave e naufragava. Ci culla il rumore delle onde e ci addormentiamo...
Mi sveglio nella notte. Il rumore del mare è fortissimo, il suono metallico di rocce che si colpiscono l’una con l’altra, degli scogli colpiti dalla violenza dell’oceano - tra qui e l’antardide non c’è nulla, mare aperto. La porta scorrevole della camera traballa. Il letto ha piccoli ma costanti tremolii. Che strano, penso. Mi riaddormento...
Mi sveglio di nuovo. Mia moglie sta avendo un rapporto sessuale con una persona di mezz’età. Potrebbe essere Jurgen ma non posso giurarlo. Io mi altero, ma non troppo visto che sono indaffarato sesualmente con Maria. Fuori c’è il mare in tempesta. Mi riaddormento...
Alle 7 del mattino mi sveglio per la mezz’ora di Thai Chi, nel cortiletto vicino al tempio che sovrasta l’oceano. Il sole esce timido dalle nuvole e colpisce noi, poi il mare, infine il sud dell’isola. Il vulcano Batur svetta dietro a noi, i fumi dei fuochi nelle fattorie attorno impregnano l’aria di un aroma di legna, di campagna, di vita. Due mucche si voltano ad osservarci. Ci muoviamo lenti, molleggiamo sulle ginocchia, abbracciamo la palla infuocata dell’energia, la portiamo a spasso tra i Chakra del corpo, la lanciamo infine al centro del cerchio per poi raccogliere tesori, oro, gioielli. Ne facciamo il pieno, li sfruttiamo e li rilasciamo. Un ranocchio di pietra incoronato da Re sovrasta la piscina, osserva il mare, sorride. Inizia un altra giornata a Bali.


